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gio 14 dicembre '23 - 22:15 - 3° giornata
Pozzo Bridge - A
Inizia da difensore ma segna dopo poco tempo. Poi lo riscopri in avanti a duettare, a creare triangoli continui e veloci. Tecnico, mobile, concentrato, concreto. Avrei una lunga lista di aggettivi, ma insomma, avete capito.
Fa parte dell'orchestra. Dirige da dietro, respinge le lacune degli avamposti.
A volte lo confondi con Avino. Non per i tratti somatici, ma per l'interpretazione calcistica affine. Uno-due, col pallone o senza, in avanti e poi indietro, giocare la palla dopo averla recuperata. Il gol è solo un dettaglio, anche se i dettagli spesso fanno la differenza.
Stopper perfetto, grintoso, attento e fastidioso. Fluidificante di fascia. A tratti regista, spesso lavora di interdizione. Ma, indovinate un po'? Si, anche lui partecipa alla giostra del gol.
x2
E poi c'è lui. Il man of the match. L'onnipresente in campo, tra tutti e più di tutti. Una doppietta. Una bolide che si insacca sotto l' incrocio dei pali, una punizione che ricorda il caro e amato Sinisa. Ah, in tutto ciò sbaglia un rigore. Giusto perché non gli piace il 10 in pagella.
Para l'impossibile, spesso allargando gli alettoni a 180 gradi. Compie un miracolo intercettando il dischetto di Spadaro. Peccato che non basti.
Riporta in partita i suoi a inizio secondo tempo e si rende spesso pericoloso in avanti. Presenza costante nella partita.
A volte appare e sembra poter essere pericoloso. Ma alla fine fa solamente il suo senza eccedere in positivo.
Ci mette la "garra", ara sopra e sotto la fascia, punta l'uomo. Partita generosa e pulita.
Il suo gol non basta per sperare ancora. E non basta la sua insistenza, specie sulla fascia destra, da uno che non smette di crederci mai.
Senza infamia, né lode. Si vede giusto quel che serve per una buona sufficienza.
Si muove, cerca lo spazio, senza trovarlo mai a pieno, spesso raddoppiato e intrappolato tra le maglie della difesa avversaria. Lui però almeno ci prova. Ritenta, sari più fortunato.
Inizia da difensore ma segna dopo poco tempo. Poi lo riscopri in avanti a duettare, a creare triangoli continui e veloci. Tecnico, mobile, concentrato, concreto. Avrei una lunga lista di aggettivi, ma insomma, avete capito.
Fa parte dell'orchestra. Dirige da dietro, respinge le lacune degli avamposti.
A volte lo confondi con Avino. Non per i tratti somatici, ma per l'interpretazione calcistica affine. Uno-due, col pallone o senza, in avanti e poi indietro, giocare la palla dopo averla recuperata. Il gol è solo un dettaglio, anche se i dettagli spesso fanno la differenza.
Stopper perfetto, grintoso, attento e fastidioso. Fluidificante di fascia. A tratti regista, spesso lavora di interdizione. Ma, indovinate un po'? Si, anche lui partecipa alla giostra del gol.
x2
E poi c'è lui. Il man of the match. L'onnipresente in campo, tra tutti e più di tutti. Una doppietta. Una bolide che si insacca sotto l' incrocio dei pali, una punizione che ricorda il caro e amato Sinisa. Ah, in tutto ciò sbaglia un rigore. Giusto perché non gli piace il 10 in pagella.
Para l'impossibile, spesso allargando gli alettoni a 180 gradi. Compie un miracolo intercettando il dischetto di Spadaro. Peccato che non basti.
Riporta in partita i suoi a inizio secondo tempo e si rende spesso pericoloso in avanti. Presenza costante nella partita.
A volte appare e sembra poter essere pericoloso. Ma alla fine fa solamente il suo senza eccedere in positivo.
Ci mette la "garra", ara sopra e sotto la fascia, punta l'uomo. Partita generosa e pulita.
Il suo gol non basta per sperare ancora. E non basta la sua insistenza, specie sulla fascia destra, da uno che non smette di crederci mai.
Senza infamia, né lode. Si vede giusto quel che serve per una buona sufficienza.
Si muove, cerca lo spazio, senza trovarlo mai a pieno, spesso raddoppiato e intrappolato tra le maglie della difesa avversaria. Lui però almeno ci prova. Ritenta, sari più fortunato.